CORSI BREVI / SUMMER SCHOOL
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Il regista nella trappola del tempo
Laboratorio sulle tecniche di racconto breve nei film pubblicitari
Il regista nella trappola del tempo
Quanto tempo ci vuole per raccontare una storia? Analizzando le sceneggiature di film pubblicitari esistenti scopriremo come la sintesi visiva, forte di tutte le figure retoriche del linguaggio cinematografico, può condensare una vicenda complessa e articolata nei pochi secondi di uno spot pubblicitario.
a cura di Carlo A. Sigon
date: 28 giugno - 9 luglio 2021
In collaborazione con AIR3 Academy
Descrizione
La nozione di tempo nell’audiovisivo è del tutto aleatoria. L’unica certezza è la sua unità di misura, il fotogramma, venticinque volte al secondo.
Le tecniche narrative che si sono sviluppate dalla nascita del cinema fino ad oggi hanno fatto del tempo quel che hanno voluto e la sua gestione, nel racconto cinematografico, è la prima delle grandi libertà che un regista esercita: flash back, flash forward, rallenty, stop motion, time lapse, ellissi temporali…
La manipolazione del tempo è divenuta un'abitudine quasi intrinseca alla narrazione per immagini tanto che i pochi esempi di film girati in tempo reale sono ricordati come casi eccezionali. Mezzogiorno di Fuoco (Fred Zinnemann, 1952) ne è un esempio, così come Locke (Steven Knight, 2013), a suo modo 1917 (Sam Mendes, 2019) e altri ancora.
Ma nella stragrande maggioranza dei casi siamo, come spettatori, del tutto abituati alle manipolazioni temporali per cui accettiamo senza neanche rendercene conto che un uomo salga in auto e, allo stacco successivo, entri in un supermercato per comprare delle birre.
Il potere assoluto che il regista, al pari dello scrittore, esercita sul tempo ha qualcosa di mistico e inebriante: è in grado di fermarlo, di riavvolgerlo, di balzare in avanti di ore, anni, secoli e poi tornare indietro come se niente fosse, di far sì che un minuto duri un minuto o che in un minuto si racconti la vita del mondo.
Programma
È facile capire che se questi espedienti narrativi sono spesso fondamentali per un film di due ore, accorciandosi i tempi essi diventino imprescindibili. Questo laboratorio si prefigge il compito di analizzare come storie lunghe, complesse, con intrecci e snodi narrativi sofisticati, possano venire condensate nel tempo di uno spot pubblicitario (90, 60 addirittura 30 secondi).
Tra i vari linguaggi che la pubblicità adotta per veicolare i propri messaggi ce n’è uno, che potremmo definire narrativo, che più propriamente deriva dal linguaggio cinematografico tradizionale: vedremo e analizzeremo spot che sono vere e proprie storie, in cui spesso il prodotto non è direttamente al centro del racconto, che possono attraversare un lasso di tempo variabile, da un minuto a una vita intera.
Se i mezzi espressivi sono gli stessi dei film o delle serie tv cui siamo abituati, capiremo come i tempi ristretti degli spot pubblicitari obblighino il regista ad una sintesi estrema, a una economia e gestione del tempo molto attente, a volte fino all’ultimo frame.
Durante il corso impareremo a riconoscere e a mettere in atto le principali figure retoriche del linguaggio cinematografico in relazione al tempo, analizzeremo sceneggiature di spot narrativi, capiremo cos’è e a che cosa serve lo shooting board e ne realizzeremo alcuni a partire da una sceneggiatura data.