Con il sostegno del MiBACT e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”
Minör, documentario realizzato da quattro giovani registi under 35, diplomati alla Civica Luchino Visconti, Matteo Bontempi, Giacomo Mantovani, Andrea Panni, Pietro Repisti, si è aggiudicato il bando Live e promozione nazionale e internazionale e ha ottenuto l’erogazione dei contributi finanziari necessari alla sottotitolazione in inglese del film per poterlo diffondere e far circuitare nella rete dei Festival internazionali, degli archivi e delle piattaforme online per professionisti. La sottotitolazione garantisce una partecipazione più ampia alla vita culturale anche in termini di inclusione perchè solo così le opere cinematografiche diventano accessibili anche alle persone non udenti.
Ambientato a Frontale, un piccolo paese della Valtellina, Minör scava in profondità nella memoria per raccontare, attraverso le testimonianze di alcuni tra gli ultimi minatori italiani, la dignità di un mestiere che va scomparendo e il senso di appartenenza ad una comunità ormai quasi invisibile. Racconto intimo e profondo, Minör è anche una testimonianza preziosa e rara di una delle poche miniere di quarzite ancora attive in Italia e affronta una problematica diffusa e di grande attualità internazionale: un lavoro “umile” ma fortemente caratterizzante per un’intera comunità a rischio di estinzione di fronte all'avanzare del progresso tecnologico e alla minor necessità di manodopera.
All'interno del programma Per Chi Crea, il bando Live e promozione nazionale e internazionale finanzia progetti volti alla traduzione in altre lingue e relativa distribuzione all'estero, nei settori Cinema - Libro e lettura.
Per Chi Crea ha la finalità di sostenere e valorizzare il talento culturale e creativo dei giovani artisti italiani in tutti i settori e promuovere una più ampia partecipazione e fruizione culturale da parte di tutta la popolazione.
Minör
di Matteo Bontempi, Giacomo Mantovani, Andrea Panni, Pietro Repisti
Italia 2019
documentario - 32' - HD
Frontale è un piccolo paese dell’alta Valtellina, i cui abitanti da generazioni tramandano il mestiere del minör, del minatore. Attraverso le testimonianze di alcuni tra gli ultimi minatori italiani si costruisce la narrazione di un mestiere ormai dimenticato, ma non del tutto scomparso, dove l'esperienza, le conoscenze pratiche e la trasmissione dei saperi professionali uniscono i lavoratori di oggi a quelli di ieri in un senso collettivo di appartenenza. Il lavoro del minatore, che ha da sempre caratterizzato questa comunità, rischia oggi di scomparire di fronte alla difficoltà delle nuove generazioni di intraprendere questo mestiere, ai progressi tecnologici e alla minor necessità di manodopera.
Il documentario porta sullo schermo il fragile legame tra le condizioni di lavoro nella galleria negli anni Cinquanta e la freddezza dei macchinari moderni, a discapito degli stereotipi che spesso erroneamente leghiamo all’immagine del minatore con piccone e lanterna.
Nonostante cambino le tecniche e passino gli anni, come nelle viscere della galleria il lavoro duro e lo spirito di solidarietà sono rimasti invariati nel tempo, così in superficie ancora vive l’orgoglio di essere “minör".
"È un’umiliazione per uno di Frontale non essere minatore, eh."
Luli (minatore in pensione)
"Era il ‘54, ero su a diciassette anni in galleria eh. Sono arrivato su c’era un mio zio, mi avevano messo fuori e lui mi ha tirato in galleria e ho cominciato li, a diciassette anni. Era un posto che neanche il diavolo ci stava su lì e noi ci siamo stati otto mesi."
Gino (minatore in pensione)
"Fare il minatore nel 2018 è bello, meglio di una volta. Penso che siamo quasi più tecnici del sottosuolo, neanche più minatori. Perché uno si immagina il minatore col piccone, la pala.. non esistono più."
Fabio (minatore)