Nel 2019 è stato pubblicato il primo Dizionario dei Vini e Vitigni d’Italia italiano-cinese, un utile strumento lessicografico-terminologico per favorire gli scambi e la comunicazione tra esperti di enologia, consumatori e appassionati del vino italiani e cinesi, che negli ultimi anni sono sempre più in contatto grazie all’interesse che il pubblico cinese sta dimostrando verso il prodotto italiano. Il progetto, iniziato nel 2018, costituisce la prosecuzione del Dizionario dell’alimentazione, già pubblicato in occasione di Expo Milano 2015 e la volontà di continuare ad affrontare uno dei temi importanti per la comunicazione tra la cultura italiana e quella cinese, costruendo grazie a esperti e specialisti dell’Università degli Studi di Milano e della Liaoning Normal University, un prodotto unico che colma una lacuna importante per far conoscere al meglio il vino italiano in Cina e per facilitarne l’inserimento nel mercato cinese. Dall’apertura dei mercati orientali, la Cina ha subito mostrato curiosità nei confronti dei prodotti di eccellenza dell’Italia. Favorire, quindi, una conoscenza approfondita del settore vitivinicolo made in Italy, focalizzando l’attenzione sulla biodiversità italiana, rappresentata dalle produzioni, diventa in questo contesto un valore necessario per operatori di settore ed appassionati.
Il progetto affonda le sue radici nella necessità di standardizzare il termine più adatto a identificare un vino o un vitigno nel rispetto della corretta pronuncia italiana e delle migliori tradizioni culturali cinesi. Può succedere, infatti, che un consumatore cinese che si reca al supermercato per acquistare un vino, trovi facilmente bottiglie provenienti da tutto il mondo ma, al tempo stesso, per quanto riguarda le etichette italiane, riscontri non poche difficoltà nel comprendere esattamente che vino sta acquistando. Infatti, per chi legge solo il cinese, le scritte in caratteri sulle bottiglie possono essere ambigue e differenti. Un esempio tra i tanti è quello del Nero d’Avola: due bottiglie dello stesso vino possono presentare diverse denominazioni in caratteri cinesi. Le scritte hei dawola 黑达沃拉e hei zhenzhu 黑珍珠 indicano in realtà il medesimo prodotto, ma le traduzioni sono state stabilite attraverso diverse modalità di traduzione.
Il Dizionario, disponibile in versione cartacea e digitale (web-app), conta al suo interno oltre 1.200 voci, suddivise in quattro sezioni che comprendono le definizioni italiane di Vitigni, DOCG, DOC e IGT, con le traduzioni in cinese. Ogni voce è stata definita in italiano attraverso la consultazione di testi settoriali e dei disciplinari.
I promotori
La pubblicazione nasce da una collaborazione tra il Gambero Rosso e l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, che è stato il perno del gruppo di lavoro interdisciplinare formato da esperti italiani e cinesi, specializzati nelle discipline della viticoltura e dell’enologia, nella lessicografia, nella traduzione italiano-cinese e nella standardizzazione delle trascrizioni. Il gruppo fa capo ai Dipartimenti di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali, di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione, l’Ambiente e di Scienze Agrarie e Ambientali – Produzione, Territorio, Agroenergia, dal Contemporary Asia Research Centre del nostro Ateneo, e della Liaoning Normal University.
Una curiosità
Non sono ancora in molti a sapere che il Paese di Mezzo negli ultimi tempi si sta dimostrando sempre più interessato a far parte delle potenze vinicole e a far sì che le sue bottiglie rientrino tra i vini pregiati e riconosciuti a livello internazionale. Se si guarda indietro, è evidente che questo interesse non è un fenomeno così recente. Già nel paese del Celeste Impero le bevande alcoliche tradizionali derivavano dai cereali e non dall’uva, ma è anche vero che anche il vino ha una lunga storia. La provincia occidentale del Ningxia era conosciuta sin dai tempi della Via della Seta anche per la produzione di uva, un’uva dolcissima e molto apprezzata presso le capitali imperiali. Ancora oggi, il Ningxia e i suoi monti Helan, grazie a diversi fattori quali il clima, l’altitudine, la ventilazione costante e il suolo sabbioso con terriccio roccioso, rappresentano un terroir ideale per la produzione vitivinicola. I vini della provincia hanno anche conquistato importanti riconoscimenti a livello mondiale e molte uve prodotte nelle tenute di questa grande area, che sono veri e propri castelli appartenenti a investitori privati - cinesi o stranieri - contribuiscono alla produzione del GreatWall, il più noto marchio vinicolo del Paese, ovvero la Grande Muraglia.
Un corso per Export Manager
Dalla preziosa collaborazione tra l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano e il Gambero Rosso, nasce un nuovo progetto, che si lega a quello del Dizionario: un corso di formazione per la figura di Export Manager del vino italiano in Cina. Il corso, rivolto a sinologi e appassionati di Cina, si pone l’obiettivo di formare un professionista in grado di muoversi nel mercato del vino italiano in Cina e di gestire i processi di export e internazionalizzazione. Il target sono, infatti, gli eno-appassionati, gli imprenditori e gli operatori di settore che intendono specializzarsi nelle strategie di comunicazione, promozione, vendita e commercializzazione del vino italiano in Cina. Il corso si propone di fornire le basi di conoscenza di vitivinicultura ed enologia, gli strumenti e le tecniche di vendita per una trattativa commerciale nel settore enologico, strategie e informazioni necessarie a gestire con successo il cliente cinese. La prima parte sarà dedicata all’introduzione alla viticoltura, all’enologia e alle tecniche di degustazione, mentre nella la seconda verranno presentati il mercato vitivinicolo cinese e le strategie di export.
Gli interessati possono rivolgersi a:
Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano
Tel. 02 - 50321675
www.istitutoconfucio.unimi.it
info.confucio@unimi.it