Il nuovo film di Michelangelo Frammartino, ex studente ed ex docente alla Civica Scuola di Cinema, racconta la storia, ambientata nell’agosto del 1961, di un gruppo di giovani speleologi in visita presso l’altopiano calabrese del Pollino e del suo incontaminato entroterra. Quando gli esploratori si immergono nel sottosuolo di un Meridione che tutti stanno abbandonando, scoprono una delle grotte più profonde del mondo, l’Abisso del Bifurto.
"Nel gennaio 2007, il sindaco del paese calabrese dove stavo girando Le quattro volte, mi ha portato a fare un giro del Pollino. “Devi vedere le meraviglie di queste montagne!”, ha detto. Mi ha condotto in una dolina dove si poteva vedere un magro taglio nel terreno. Ero perplesso, deluso. Il sindaco, invece, entusiasta e fiero, ha gettato in quel vuoto un grosso sasso. È stato inghiottito dall’oscurità. Il fondo era così profondo che non si vedeva né si sentiva nulla. Quella scomparsa, quella mancanza di risposta, mi ha dato un’emozione fortissima. Quello strano posto mi è rimasto impresso, richiamandomi a sé anni dopo, per interrogarlo e creare un progetto nel buio silenzioso dell’Abisso del Bifurto." (Michelangelo Frammartino)
Il sito del Festival
Un po' di rassegna stampa
Il buco
di Michelangelo Frammartino
93', italiano, Italia, Francia, Germania
Durante il boom economico degli anni Sessanta, l'edificio più alto d'Europa viene costruito nel prospero Nord Italia. All'altra estremità del paese, un gruppo di giovani speleologi esplora la grotta più profonda d'Europa nell'incontaminato entroterra calabrese. Si raggiunge, per la prima volta, il fondo dell’abisso del Bifurto, a 700 metri di profondità. L'avventura degli intrusi passa inosservata agli abitanti di un piccolo paese vicino, ma non al vecchio pastore dell'altopiano del Pollino la cui vita solitaria comincia ad intrecciarsi con il viaggio del gruppo. Il buco racconta di una bellezza naturale che lascia senza parole e sfiora il mistico; una esplorazione attraverso le profondità sconosciute della vita e della natura che mette in parallelo due grandi viaggi interiori.
Michelangelo Frammartino
Michelangelo Frammartino (Milano, 1968) è un regista e sceneggiatore italiano conosciuto soprattutto per il film Le quattro volte (2010).
Nato nel 1968 a Milano da genitori calabresi studia architettura al Politecnico di Milano e poi cinema alla Civica Scuola "Luchino Visconti". Comincia a lavorare nel mondo della videoarte realizzando videoinstallazioni come La casa delle belle addormentate (1997), ispirata da Kawabata e prodotta da Filmmaker Doc. Dirige anche diversi cortometraggi, tra cui Scappa Valentina (2001).
Con 5000 euro provenienti principalmente da un premio in denaro vinto al Bellaria Film Festival e una cinepresa 16mm in prestito alla Civica, gira il suo lungometraggio d'esordio, Il dono (2003), che ambienta nei paese natale dei genitori. A causa delle ristrettezze di budget, Frammartino lavora sul set anche come attrezzista e runner, mentre il film finito viene presentato in video all'Infinity Festival; l'interessamento di ItaliaCinema, Rai e Lab80 permetterà al regista di realizzarne una copia in 35mm da proiettare al Festival di Locarno. Nel frattempo, per mantenersi, insegna cinema alla Civica e all'Istituto Europeo di Design.
Nel 2010 scrive e dirige Le quattro volte, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes e anch'esso girato in Calabria.
Dal 2005 insegna Istituzioni di regia all'Università degli Studi di Bergamo. Attualmente, tiene un Laboratorio di videoarte e installazioni audiovisive all'Università IULM. Nel dicembre 2013 ha tenuto un workshop presso l'Università della Calabria.
Dopo aver lavorato fino al 2015 ad un altro film non concretizzatosi, nel 2021, a undici anni da Le quattro volte, presenta il suo terzo lungometraggio, Il buco, alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.