Il MiX Festival Internazionale di Cinema LGBTQ+ e Cultura Queer giunge alla sua 36a edizione e si svolgerà dal 16 al 19 giugno presso il Piccolo Teatro Strehler, la Casa degli artisti e il C.A.M. di c.so Garibaldi.
Il MiX è a tutti gli effetti e senza alcun dubbio una realtà ben radicata nel tessuto culturale trasversale del capoluogo milanese e non solo: rappresenta uno dei Festival del Cinema LGBTQ+ con maggiore affluenza di pubblico.
In questa edizione il Festival ha selezionato il documentario Laramie, Italia prodotto dalla Civica Luchino Visconti e diretto dalla diplomata Martina Arrigoni e verrà proiettato sabato 18 giugno alle 17.30 presso la Casa degli Artisti, nonché sarà disponibile in streaming on demand su NEXO+ dalle ore 14.00 del 19 giugno alle ore 14.00 del 22 giugno.
Inoltre gli spot della campagna LGBTQ+ Orientiamoci al rispetto realizzati dai nostri studenti saranno presentati ogni sera prima del film principale del concorso.
Laramie, Italia
di Martina Arrigoni
Realizzato a partire dalle prove dello spettacolo Il seme della violenza – The Laramie Project di Moisés Kaufman e del Tectonic Theatre Project con la regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia e la produzione del Teatro dell’Elfo e la Fondazione Campania dei Festival, in collaborazione con il Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Nell’ottobre del 1998, a Laramie, Wyoming, uno studente di ventidue anni, Matthew Shepard, viene aggredito e lasciato in fin di vita da due coetanei. Il violento atto è di natura omofobica. Il ragazzo morirà in ospedale pochi giorni dopo e la sua storia scuoterà l’opinione pubblica americana e non solo. Il regista teatrale Moisés Kaufman e la sua compagnia, il Tectonic Theater di New York, decidono di trascorrere un periodo a Laramie per dare vita a un racconto, The Laramie Project, che raccoglie in forma documentaria le testimonianze della comunità in oltre duecento interviste.
Nella pièce, gli otto attori portano in scena circa sessanta personaggi, dando vita alle parole e ai pensieri della comunità di Laramie mentre si interroga sulla propria responsabilità nei confronti di quanto accaduto al ragazzo. Il documentario racconta le prove dello spettacolo e si evolve in un percorso che si compie ai giorni nostri qui a Milano e provincia nella comunità Lgbtq+ e nella società.
Dal dialogo con i registi e dalle interviste agli attori, gran parte dei quali attivisti nella lotta per i diritti della comunità Lgbtq+, sono nate riflessioni e domande.
Qual è la rilevanza di uno spettacolo di questo tipo in una città come Milano, che ostenta un fervente spirito di inclusione? Come si inserisce in un dibattito contemporaneo in cui la politica, dalla legge Cirinnà al Ddl Zan, sembrava finalmente riconoscere diritti e dignità alla comunità Lgbtq+ per poi fallire miseramente? Quanti e quali volti può assumere la disparità, la prepotenza, il rifiuto? Quali sono ancora oggi le difficoltà che i membri della comunità Lgbtq+ e le loro famiglie affrontano quotidianamente?