Pierluigi Laffi


Si diploma alla Civica Scuola di Cinema nel 1991 e partecipa come assistente operatore ad alcuni cortometraggi, tra i quali i primi lavori di Roberta Torre: Tempoda buttare e Senti amor mio?. In qualità di operatore collabora poi con i principali network televisivi, specializzandosi inizialmente in riprese sportive. Si appassiona al documentario, che diventa negli anni la sua occupazione principale, come operatore e direttore della fotografia. Tra i primi lavori le riprese dell’allestimento dello spettacolo Metamorfosi di una melodia di Amos Gitai, alle Orestiadi di Gibellina del ’92 (prodotto da Ciprì e Maresco). Dei primi anni 2000 una serie per Sky, diretta da Andrea Bettinetti, che racconta il rapporto tra sport e società in contesti particolarmente difficili: Algeri, Belfast, Israele, l’ex Germania orientale, una banlieue parigina. Sempre con Bettinetti gira nel 2013 Reduci, che racconta le storie di soldati italiani ritornati dall’Afganistan, e due ritratti di artisti: Fabio Mauri - ritratto a luce solida 2017 e Cy dear, su Cy Twombly, 2019.
Tra gli altri documentari: Animol di Martina Parenti e Marco Berrini (2003), Haven, una storia di mare di Giorgio Garini (2009), My war is not over di Bruno Bigoni (2017), Fronte interno di Paola Piacenza (2020).
Ha girato diversi corti sperimentali con gli artisti Anna Franceschini (Bustrofedico, una documentazione molto personale del Padiglione Italia alla Biennale d’Arte di Venezia 2019) e Diego Marcon (Monelle, 2017, ripreso in 35 mm con una rediviva Arriflex IIC).

Dal 2019 collabora ai laboratori dei corsi di Ripresa e fotografia della Civica Luchino Visconti.