Anilogue è un festival internazionale di animazione annuale che si svolge a Budapest, in Ungheria. Il festival presenta un'intera settimana di animazione, ricca di anteprime di lungometraggi, workshop, un concorso di cortometraggi animati europei e numerosi programmi speciali tra cui una maratona visiva di sette ore, concerti e mostre di cartoni animati.
Il festival, per la sua ventesima edizione, ha selezionato tra gli altri nella sezione Panorama due cortometraggi di animazione realizzati come saggi di fine corso dagli studenti della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti:
La Soglia di Nicolò Tonani, Simone Colombo, Sofia Gasparetti (2022)
Do not cross di Flora Dovigo e Massimo Vignati (2021)
Per il cortometraggio di Sofia, Nicolò e Simone – un thriller /horror realizzato mixando diverse tecniche di animazione, si tratta della prima proiezione internazionale. Sono invece dei veterani in questo senso Flora e Massimo che con il loro Do not cross – stop-motion comica e irriverente – hanno all’attivo diverse selezioni in altrettanti festival, tra cui il prestigioso Giffoni film festival.
Il festival si svolgerà dal 23 al 27 di novembre, presto il programma online su: www.anilogue.com - https://www.facebook.com/anilogue
La Soglia
di Nicolò Tonani, Simone Colombo, Sofia Gasparetti
Un serial killer, rifugiatosi in un appartamento dopo essere stato identificato dalla polizia, si trova ad affrontare il suo demone interiore, un serpente assetato di sangue, che reclama una nuova vittima. Il rettile tentatore cerca di persuadere l’uomo a mietere un’altra anima arrivando a metterlo faccia a faccia con il trauma che l’ha trasformato in uno spietato assassino. Ne deriva una colluttazione dagli esiti imprevedibili.
Do not cross
di Flora Dovigo e Massimo Vignati
Quanto è facile perdersi in un museo d’arte contemporanea assorti dalle migliaia di opere in un dedalo di stanze… ma dov’è la toilette? Cosa si può fare in questi casi se non trattenerla, stringere le gambe e farsi cullare dagli spasmi che ti guidano in una danza scomposta? Quale luogo migliore del fondo di una fila per accantonare ogni dignità, di fronte a spettatori che scambiano quella sofferenza per un’autentica “performance”? Due minuti di gloria e poi quando la coda si scioglie, bando all’arte, c’è solo una cosa da fare.